
La teoria austriaca del ciclo economico prende in considerazione il fenomeno dei cicli economici. In particolare gli economisti austriaci ritengono che le banche centrali siano la causa del cosiddetto ciclo economico. In pratica si tratta di una politica monetaria dove i tassi sono tenuti artificiosamente bassi con un conseguente boom caratterizzato da una maggiore richiesta di investimenti rispetto ad una situazione normale in cui invece non sarebbero richiesti. Si tratta quindi di una collocazione deficitaria e falsificata di tali investimenti. La correzione di questa situazione è rappresentata dalla recessione, grazie alla quale è possibile ottenere una ricollocazione ottimale delle risorse.
In parole povere questa teoria considera il ciclo come un fenomeno conseguente a bassi tassi d’interesse monetari che si discostano da quello cosiddetto naturale che è in grado di mettere in equilibrio domanda e offerta di capitali. Il punto centrale, quindi, è di considerare il tasso d’interesse come un fenomeno reale determinato dalle preferenze degli individui, ovvero le loro scelte tra consumo presente e futuro, che a loro volta vanno a determinare le scelte tra risparmio ed investimento. Si ritiene pertanto che il ciclo economico sia il risultato di un errore di politica monetaria delle Banche Centrali.